Cosa passa per la testa di chi vince il jackpot del SuperEnalotto? Riportiamo alcune confessioni rilasciate a Laura Casè, impiegata presso la sede Sisal di Milano in cui i fortunatissimi giocatori si recano per riscuotere il proprio premio.
In questo ufficio di megavincitori ne sono passati parecchi: alcuni arrivano semplicemente con la schedina vincente piegata nel portafogli, altri addirittura con le guardie del corpo a bordo di un furgone blindato. Ma tutti ne escono milionari, nonostante lo stupore iniziale di avere la propria vita rivoluzionata da una schedina costata pochi euro – per la precisione il 71,5% delle giocate totali non supera i 2 €, mentre non si va oltre i 5 € nel 96,9% dei casi. E ad ognuno di loro viene da chiedersi: “perché proprio io?”, ma la risposta è molto spesso “in fondo me lo sono anche un po’ meritato. Ho lavorato tutta la vita, sono sempre stato onesto”.
Il processo di riscossione, che dura all’incirca un’ora presentando tutti i documenti necessari alla procedura d’incasso, viene di solito seguito da un’intervista facoltativa in cui ovviamente l’anonimato è garantito al 100%. La maggior parte dei vincitori accetta, secondo Laura forse anche perché è l’unica occasione che hanno di sfogarsi e parlare liberamente prima di rimettersi la testa sulle spalle e pensare seriamente a come investire il nuovo patrimonio. C’è la nonna che decide di pagare gli studi universitari ai nipoti, il pensionato che a settant’anni vuole iscriversi a un corso di paracadutismo, oppure quello che vuole il Rolex, o la signora che vuole ristrutturare la casa, ma anche il sessantenne che vorrebbe una berlina ma alla fine non la compra per non rischiare di dare nell’occhio.
Secondo Laura, e lo confermano anche gli esempi appena riportati, fra gli uomini e le donne sono queste ultime che pensano di più ad aiutare il prossimo, anche se poi cita l’esempio del marito che amava l’ignara moglie a tal punto da decidere di intestarle l’intera vincita. In generale però sembrano esserci parecchi giocatori generosi che decidono di finanziare ospedali canili, associazioni di ricerca o volontariato. E ci sono poi i sentimentali, come la signora che vinse grazie ai numeri presenti nella schedina del fratello defunto, che portava sempre con sé nel portafogli e a cui teneva più del premio ottenuto.
Nell’ufficio di via Tocqueville a Milano si sono visti anche il vincitore della singola vincita più alta mai assegnata al SuperEnalotto, ovvero i 163,5 milioni assegnati il 27 ottobre 2016, e i 70 giocatori del sistema che ha centrato il premio più alto in assoluto, ovvero i 177,7 milioni vinti nel 2010. Laura conclude però menzionando i due ignari (o smemorati, non si sa) vincitori di Sulmona e Sestri Levante che non sono ancora passati ad incassare i propri premi Pasqua Milionaria, auspicando però un lieto fine anche per loro dato che hanno ancora tempo per riscuotere (fino al 14 luglio 2017).